mercoledì 2 gennaio 2008

Cronache a cavallo della Linea del Cambio di Data


Eccoci allora a descrivere l’immoto il vuoto l’ignoto. E come fare, senza inventare parole?
Eccoci allora ad inventare parole. Come ad esempio ‘multinvisibilità’.
La multinvisibilità s’annida a grappoli negli angoli del soffitto e cade giù in gocce, come un lampadario di cristallo che fonde al cospetto dell’Immenso. Essa avvolge il corpo e lo nega al mondo reale, dove i cani hanno angoli per pisciare e le foglie crocchiano sotto i passi dei ragazzi innamorati, dove la pioggia arreca problemi e se non stai attento finisci sotto le ruote di un trattore o peggio ancora a controllare di persona quanto è profonda e gelida l’acqua sotto quel ponte lì. La multinvisibilità funziona a doppio senso: è culla e benda, vestito e sudario.
In una notte densa di multinvisibilità si è spento l’anno marcio duemila e sette dopo Cristo, alleluia alleluia. L’anno marcio duemila e sette dopo Cristo finalmente non è più! Al contrario io, per quanto debilitato, sono ancora: evviva. In questa notte può accadere che un soggetto avvolto dalla multinvisibilità senta il passo dell’oca sopra il cornicione, e sciami di V2 che partono e cadono esattamente nello stesso punto, situato a tre metri dal suo ippocampo. Può anche accadere che il marconista del Titanic gli invii oscuri segnali alfabetici sul display del cellulare per metterlo al corrente della situazione-icebergs nella fascia degli Asteroidi od in quella ben più turbolenta dei cuori single-felici. Può anche accadere che a tale soggetto non importi un accidente di blitzkrieg & lovestories, può anzi benissimo accadere che la multinvisibilità lo faccia preoccupare della presenza dell’uva candita all’interno del minipanettone regalatogli da un Santa Benzinaio Claus qualsiasi e soprattutto dell’ancora aleggiante afrore di benzina senza piombo con tutti i suoi ottani che gridano alla stregua di muezzin strafatti di coca-cola intonanti canzoni dei Tazenda dall’alto dei minareti di Urano Nettuno Plutone.

La multinvisibilità sta tornando, col suo passo leggero di danza.
Mi resta giusto il tempo di ricordarvi che la Terra non è perfettamente sferica ma rassomiglia piuttosto ad un Ferrero Rocher, ed è nelle anguste valli e spelonche tra le scagliette di nocciola che noi ci rifugiamo a vivere le nostre vitucce ricoperte di cioccolato, illudendoci di essere vicini anche se non ci vediamo.
Siamo tutti lontani. Irrimediabilmente. E le scagliette di nocciola sono ostacoli insormontabili.
Buon anno incerto duemila e otto dopo Cristo a voi.

1 commento:

La Furiosa ha detto...

Melanconiche e lisergiche parole grondanti allucinazioni che sanno commuovere se vuoi... Mi hanno commosso. Lasciato dentro un senso di gaudente infelicità. O forse è solo il mio schizofrenico stato emotivo che si barcamena tra disperazione e speranza per questi nuovi giorni di un nuovo anno, che mi spaventa, m'incuriosisce, forse m'inquieta.Il mio reale tragico che mi vuole sempre presente a me stessa, I suppose...
Spero, dispero.